
lunedì 15 settembre 2008
- una lettera di Margherita Hack sul Lodo Alfano (censurata)

domenica 14 settembre 2008
- Il genio della Giustizia Angelino Alfano

lunedì 8 settembre 2008
- Fini, il fascismo e il governo Berlusconi

domenica 7 settembre 2008
domenica 31 agosto 2008
- l’inganno del taglio delle tasse. Paga Pantalone!


venerdì 15 agosto 2008
- La truffa dell'immondizia rimossa
(da Micromega) di Pancho Pardi
Il governo è la televisione. Ciò che si vede c’è, ciò che non si vede non c’è.
La ripulitura del centro viene continuamente rappresentata e nella messa in scena scompaiono i suoi caratteri approssimativi. E pur vedendone l’aspetto precario, gli elettori di centrosinistra non possono non riconoscerla e allo stesso tempo devono ammettere la disastrosa insufficienza della classe dirigente di centrosinistra che ha lasciato marcire la situazione oltre ogni limite immaginabile per poi consegnare al mago la possibilità di usare la sua bacchetta magica. Se ha senso ora collaborare col governo perché non l’hanno fatto prima quando il governo era nostro? Perché hanno rinviato a dopo ciò che dovevano fare subito?
Ora viene messa in scena la pulizia napoletana ma la regione resta invasa e inquinata. Discariche aperte d’autorità e militarizzate accolgono la spazzatura urbana e non si sa quanto ciò possa durare. Altre discariche vengono aperte nei luoghi meno densi di popolazione, meno problematici dal punto di vista del consenso elettorale, ma proprio perciò pregiati come riserve di spazio e di silenzio.
La città invia la sua spazzatura lontano da sé e inquina luoghi che da sé non avrebbero mai saputo e voluto inquinarsi. L’Irpinia orientale deve subire gli effetti peggiori di una metropoli che non ha mai saputo trovare la misura per autoregolarsi.
Gruppi spontanei testimoniano la realtà incombente della terra dei fuochi. L’area metropolitana è segnata da un reticolo di discariche occasionali, non estinguibili e di continuo rinnovate, dove i fuochi bruciano notte e giorno. I ritratti da satellite forniti da Google lo dimostrano. Vi si brucia di tutto, anche in immediata prossimità di insediamenti e colture. Sotto gli occhi dei tutori dell’ordine, nella piena consapevolezza delle popolazioni circostanti.
Il Tg3 vi ha gettato un rapido sguardo. Gliene rendiamo merito, ma si può scommettere che la coltre dell’indifferenza organizzata cercherà di far dimenticare. A maggior ragione va sostenuta l’azione di chi, prima di tutto, esercita il diritto costituzionale all’informazione. Prima ancora di giudicare: raccontare e far vedere. Il compito del cronista indipendente dai poteri resta garanzia fondativa della democrazia. Non ha alle spalle il logo “Centesima visita nella terra dei fuochi” ma fa del suo meglio per mostrare la verità.
PS: chi è interessato vada a vedere www.laterradeifuochi.it Si trovano una serie di video, pubblicati su YouTube che dimostrano che l'emergenza rifiuti in Campania non è finita.

venerdì 8 agosto 2008
- la paura del terzo millennio

martedì 29 luglio 2008
- L'ALTRA CASTA

giovedì 24 luglio 2008
- ROM che fanno notizia
Dall'Unità del 24 luglio 2008.
Un’intera pagina del Corriere della Sera, è dedicata al rapporto che il nostro Paese ha instaurato con i Rom. «Bombe molotov in un campo nomadi della capitale: baracche lambite dalle fiamme, abitanti in fuga», leggo, ed è il resoconto dell’ennesima scorribanda aggressiva della «peggio gioventù», quella che per futili motivi minaccia la vita di donne e bambini, distrugge roulotte, lascia divorare dal fuoco oggetti e provviste, vestiti e suppellettili domestiche. Sotto questa secca cronaca della vigliaccheria, con l’occhiello «Polemica», si dà conto dei poco lusinghieri commenti che alcuni bagnanti italiani, in pieno coma estivo, ci hanno guadagnato all’estero. Titolo: «Le foto della vergogna». La copertina dell’“Indipendent”, riprodotta sul Corsera, mostra un tizio che passeggia sul lungomare digitando il telefonino e un’altra sotto l’ombrellone a balneare: mezzo metro più in là i corpi esanimi di due ragazzine annegate. Rom, naturalmente. Se fossero state le figlie di qualcuno che, come gli altri, stava per addentare la sua fetta di anguria, l’umore dei vacanzierati sarebbe stato ben diverso: la spiaggia della vergogna era vicino a Napoli… e lì le creature sono «piezz’e core» no?. A rifinire la triste pagina 19, un colonnino evidenziato in azzurro, sotto l’occhiello «Maroni» ( uno dei più preoccupanti), ci rassicura: «Impronte solo a chi ha compiuto 14 anni». Per i Rom «minori di 14 anni,ma maggiori di 6, le impronte potranno essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno». E perché? Perché un bambino di sette anni può ricevere il permesso di abitare nel nostro paese, solo se schedato? E un quattordicenne? Deve sentirsi trattato da criminale in quanto Rom? Certo che sì, così ci sono buone probabilità che lo diventi veramente. (omissis) www.lidiaravera.it
mercoledì 23 luglio 2008
mercoledì 16 luglio 2008
- sicurezza? per me e per gli amici degli amici
Il pacchetto sicurezza votato ieri, martedì, alla Camera contiene una modifica inserita a sorpresa lunedì.
La sorpresa è questa: chiunque sia accusato di un reato (tranne quelli più gravi di mafia e strage) può chiedere il patteggiamento anche durante il processo e non più soltanto nelle udienze preliminari. Otterrà così lo sconto di un terzo della pena. Per esempio: una condanna a sette anni e sei mesi viene ridotta a cinque anni, più tre anni di indulto si va a due e si viene affidati ai servizi sociali... Praticamente nessuno andrà più in galera, con tanti saluti per la "certezza della pena". La cosa riguarderà reati come lo stupro, lo spaccio di stupefacenti, la ricettazione, il falso in bilancio, la corruzione e via delinquendo...
Donatella Ferranti, capogruppo PD alla Camera nella commissione giustizia (con la g minuscola?) dice: "Mi chiedo se, dopo aver fatto per sé il Lodo Alfano, ora Berlusconi vuole fare un regalo ad una parte dei suoi elettori".
Cari amici elettori della Lega Nord, è questa la sicurezza che volevate?
PS: a chi non lo avesse presente, ricordiamo che il Lodo Alfano prevede l'immunità alle quattro maggiori cariche dello stato per ogni tipo di reato, anche non inerente le funzioni istituzionali. Questo non avviene in nessun paese civile. Attualmente il premier israeliano Olmert è sottoposto ad interrogatori stringenti perché sospettato di corruzione. Che i magistrati israeliani siano comunisti?
lunedì 7 luglio 2008
- presa di posizione del Partito Democratico sulle politiche del Governo
Conferenza stampa di lunedì 7 luglio 2008.
con Stefano Tosi, consigliere regionale, Daniele Marantelli, deputato, e Paolo Rossi, senatore del Partito Democratico
In sintesi:
“ Il PD vuole affrontare i problemi del Paese che i cittadini hanno davanti quotidianamente”
“ Il PD all’inizio della Legislatura ha proposto di confrontarsi in Parlamento in modo nuovo, senza pregiudizi”
“ Il Presidente del Consiglio e le misure del Governo su molti temi vanno nella direzione opposta”
“ Il Presidente del Consiglio ricerca lo scontro frontale per nascondere le difficoltà del Governo che non aggrediscono i nodi fondamentali che impediscono lo sviluppo dell’Italia ”
“ Il PD propone una opposizione di proposta, non vogliamo offrire alibi a Berlusconi né tornare a schieramenti non in grado di governare ”
“ Il PD inizia una raccolta di firme, 5 milioni entro il prossimo autunno, per riportare il dibattito politico nella giusta direzione, per evitare che si avveleni il confronto”
“ Il PD avanza una sua iniziativa per sostenere il Paese ed è al fianco dei cittadini e delle imprese”
I temi su cui il Governo va nella direzione sbagliata :
> Si rafforzano i poteri forti rispetto al cittadino (la concessione per le autostrade è stata confermata senza una gara, i servizi pubblici non aumentano la loro efficienza, le misure sui mutui li faranno costare di più per le famiglie)
> Non si interviene sull’aumento del costo della vita (le accise dei carburanti non si riducono)
> Non si interviene sul fiscal drag, con l’aumento dell’inflazione si riduce il potere d’acquisto. La pressione fiscale aumenterà fino al 2013. (in questo modo si vanifica la riduzione dell’ICI, per il 40% già introdotta in precedenza, e la riduzione della tassazione degli straordinari, comunque minore rispetto alla precedente riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro e sui salari)
> Si bloccano i processi per stupro, rapina, sequestro di persona, estorsione ….
> Su Alitalia si sta andando all’aumento della richiesta di risorse che graveranno sulle tasche dei cittadini, senza alcuna garanzia sul futuro di Malpensa
> Sul federalismo a velocità variabile e sul federalismo fiscale non c’è ancora una proposta dell’insieme del Governo
> Non si seleziona la spesa pubblica
> Non si mantengono le previsioni di investimento sulle politiche infrastrutturali
> Si riducono i commissariati, le volanti e si prevedono 7.000 poliziotti in meno
> Si annuncia il taglio delle spese e degli investimenti in Sanità o la reintroduzione dei ticket
> Si accentra a livello nazionale il Fondo sulla casa, riducendo la possibilità di intervento nelle Regioni
> Non si valutano gli effettivi Enti inutili, inserendo nei tagli anche enti come il CAI
> Si taglia nella scuola senza valutare l’effettiva presenza di personale
domenica 29 giugno 2008
- la piovra 3 (1987)
dialogo tra il senatore Tarsoni (interpretato da Giampiero Albertini) e il professor Mattinera (sottosegretario alla difesa? interpretato da Lino Capolicchio)
Mattinera: - Adesso cosa farà?
Tarsoni: - La denuncerò.
- Ma io ho un ruolo pubblico importante in questo paese, migliaia di persone mi danno la loro fiducia.
- migliaia di persone che lei ha ingannato.
- Non è vero. La gente non ti sceglie per ideali. No. La gente ti sceglie per interesse, e questi interessi io rappresento.
(e nel 2008? quale sceneggiato?)
sabato 28 giugno 2008
- ci vuole più coraggio?

venerdì 27 giugno 2008
- di fannulloni e di trasparenza nella Pubblica Amministrazione

Nei giorni successivi il ministro Renato Brunetta ha proclamato ai quattro venti (leggi mass media) la sua proposta di legge delega, guadagnandosi un certo favore da parte dell’opinione pubblica.
Premesso che - come ha dichiarato Ichino, ma anche Brunetta - la questione non è né di destra né di sinistra, vediamo gli obiettivi delle due proposte.
Brunetta, con la pubblicazione di dati sul sito del suo ministero della funzione pubblica e dell’innovazione (http://www.innovazionepa.gov.it/) riguardo gli emolumenti dei dirigenti e il numero delle consulenze esterne, batte il chiodo “innescare un meccanismo di controllo da parte dei cittadini”. Lo strumento, secondo lui, è avviare una “class action”, cioé un procedimento giudiziario aperto dalle associazioni dei consumatori, su segnalazione dei cittadini quando le cose non funzionano nella PA. Il meccanismo dovrebbe entrare in funzione a partire dall’inizio del 2009, grazie ad un cambiamento della legge approvata nel 2007 dal governo Prodi (per certi versi insufficiente).
Personalmente ho qualche dubbio, anche vista la lentezza della macchina giuridica, che questo possa portare a cambiamenti in tempi brevi. E poi chi pagherebbe e come? Mi sembra più efficace la proposta di Ichino, legata alla trasparenza (con pubblicazione sull’Internet in tempo reale dei risultati rispetto agli obiettivi), per una Autority sopra le parti, dunque bipartisan, dunque indipendente, eletta dai due terzi del Parlamento. Espressione così non di una fazione, ma che dimostri piuttosto qualità manageriali.
(Vedi http://www.pietroichino.it/?page_id=15).Qui mi sembra di poter notare l’assenza, da parte del progetto del giuslavorista milanese, e gliel’ho detto nel corso della conferenza alla Schiranna, di chiare sanzioni in caso di insufficienze dimostrate.
Una nuova Autority rappresenterebbe un aggravio dei costi pubblici? Ichino sostiene di no, perché sostituirebbe uffici esistenti e dunque sarebbe a costo zero. Il fatto che il presidente della Corte dei Conti si opponga all’idea, fa supporre che alcune funzioni di questo istituto potrebbero passare alla nuova Autority.

Quanto al controllo da parte del pubblico, Pietro Ichino ha fatto un esempio che a mio parere è piuttosto convincente (anche se non l’unico possibile: le funzioni pubbliche possono essere molto diverse), nella scuola in Gran Bretagna ci sono tre livelli di controllo (definiti “public review”): 1) test oggettivi tarati sul territorio (la situazione londinese non può essere comparata ad un territorio di provincia). I test dicono molto, ma non tutto. 2) valutazione delle famiglie. 3) monitoraggio degli esiti a sei mesi e a tre anni dall’uscita dalla scuola degli allievi.
Dopodiché si assegnano una, o due, o tre stelle all’istituto scolastico. Se non c'è almeno una stella entro due anni, il preside è licenziato, la scuola chiusa e i professori trasferiti!
Questo significa, tra l’altro, che se il dirigente è licenziabile, e paga, può avere più libertà. Ad esempio scegliendosi i collaboratori. Vanno distinti i ruoli dei dirigenti: non c’è solo quello disciplinare, non c’è solo quello della produttività, ma c’è soprattutto quello del raggiungimento degli obiettivi.
Anche qui, nella proposta Brunetta, della quale però riconosco di avere solo notizie riferite dai media, c’è un discorso più generico che è: il capo che verifica, i clienti che giudicano, i colleghi che ci tengono a raggiungere gli obiettivi comuni.
Per entrambi non si tratta più di dare aumenti indifferenziati, ma premi legati alla produttività e all’efficienza (nota: la cosa avviene già in alcuni settori della PA, per esempio nell’Agenzia delle Entrate, nella Regione Friuli e in alcuni Comuni come Bolzano e Reggio Emilia).
Un’esperienza concreta - che ci dice della difficoltà dell’impresa - è stata raccontata, alla Schiranna, dal consigliere regionale Giuseppe Adamoli del PD. Da alcuni anni, in Regione Lombardia, è stato introdotto un “comitato di valutazione” (quindi una sorta di Autority?) con criteri di unanimità. Insomma un Comitato bipartisan. Il comitato si è scontrato con tre tipi di resistenze: quella dei sindacati, quella dei dipendenti, ma soprattutto (udite udite!) quella dei dirigenti. Non volevano farsi valutare? Anche. Ma soprattutto non volevano dare una valutazione dei propri dipendenti.
Brunetta ha detto che se non riesce nei suoi obiettivi entro un anno se ne andrà. Vedremo... L’importante è che recepisca anche qualcuna delle proposte costruttive di Ichino e del PD.
Nell’incontro di Schiranna sono stati molti gli interventi interessanti (con un pubblico di un centinaio di persone che io ritengo troppo piccolo per l’importanza dell’argomento). Ne sintetizzo solo uno, di un ex-sindacalista della CGIL: formazione, formazione, formazione.
A tutti i livelli. Che impresa titanica!
Vincenzo Masotti
giovedì 26 giugno 2008
- il bonzo, la libertà e i rom
C'è una vecchia canzone di Enzo Jannacci, che racconta di un bonzo che si dà fuoco per la LIBERTA', ma la cosa non interessa, così come altri fatti di cronaca sgradevoli, salvo ricredersi quando anche la libertà del protagonista viene messa in pericolo.
Gli avvenimenti di questo periodo - in particolare l'odio indotto verso gli extracomunitari e verso i rom - mi hanno fatto venire in mente una poesia attribuita a Bertold Brecht con lo stesso messaggio di fondo.
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare."
Come detto la poesia è attribuita a Brecht, ma molti sostengono che è opera del pastore Martin Niemöller, avversario del nazismo, imprigionato e deportato ai campi di concentramento di Sachsenhausen e di Dachau dai quali sopravvisse per diventare il portavoce della pena e riconciliazione della popolazione tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale. La sua poesia è ben conosciuta, frequentemente citata, ed è un modello popolare per descrivere i pericoli dell'apatia politica, e come essa alle volte inizi con un odio teso ad impaurire obiettivi e di come alle volte esca fuori controllo.
Ecco una sua versione del 1976:
"Quando i nazisti vennero per i comunisti,
Io restai in silenzio;
Non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici,
Rimasi in silenzio;
Non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti,
Io non feci sentire la mia voce;
Non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei,
Rimasi in silenzio;
Non ero un ebreo.
Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce."
lunedì 23 giugno 2008
- la nuova legge salvapremier
Esempio 1:
A) un uomo violenta una studentessa alla fermata del tram
B) uno studente regala una dose di hashish ad un compagno
Quale processo si farà per primo dopo la nuova legge? Risposta: B
Esempio 2:
A) un chirurgo provoca per un grave errore la morte di un bambino
B) un giovane ruba un cellulare a un coetaneo minacciandolo con un temperino
Quale processo si farà per primo? Risposta: B
Associazione nazionale magistrati, 18 giugno
PS (luglio 2008). Come è noto, in seguito all'approvazione del Lodo Alfano e alla forte opposizione di PD e IDV, la legge blocca-processi è stata modificata, lasciando alla magistratura la scelta se e cosa rinviare a seconda dell'opportunità.
venerdì 20 giugno 2008
- parlare di lavoro con una persona seria
Venerdì 20 giugno 2008 - ore 21 - Festa d’estate 2008 alla Schiranna organizza il dibattito
Trasparenza e valutazione dell’efficienza nella Pubblica Amministrazione
Intervengono:
senatore Pietro Ichino - docente ordinario di "diritto del lavoro" presso l’Università Statale di Milano
Andrea Mollica - responsabile provinciale settore lavoro PD
Fabrizio Taricco - sindaco di Carnago
Il senatore Pietro Ichino è uno studioso delle leggi sul lavoro le cui posizioni hanno spesso provocato proficui dibattiti nella collettività. L'occasione di questa sera è molto stimolante. Invitiamo perciò tutti quelli che possono a partecipare.
- Due grandi giornalisti dicono la loro
Da "Il venerdì" del 20 giugno 2008:
"La pericolosa illusione che unisce masse e potenti.
Su una cosa sono tutti d'accordo (...) aumentare la produzione, per aumentare i consumi, per aumentare la redistribuzione. I petrolieri alla Cheney e alla Bush, gli oligarchi russi e i nuovi mandarini cinesi, si presentano, e magari si pensano, come filantropi intenti al benessere dell'umanità.
Capitalisti e comunisti sono fermi nelle stesse illusioni, nelle stesse propagande: la libera concorrenza, miracolosa come il consumismo di massa, la scienza irresponsabile solutrice di tutti i problemi, la crescita demografica possibile all'infinito, la democrazia totale, one man one vote (un uomo un voto), come la migliore. (...)
Ogni uomo dotato di raziocinio ha capito da un pezzo che di questo passo si va all'autodistruzione della specie, ma l'umanità di massa continua ciecamente ad ignorarlo. Il mondo è piccolo e superaffollato, ed ecco circolare le leggende, i nuovi miti consolatori, che sotto le calotte ghiacciate dei poli ci sono riserve inesauribili di fonti energetiche e di cibo, petrolio e gas per tutti, pesci e ostriche per i miliardi di affamati.
Non è di illusioni che ha bisogno la specie umana, ma di ragione e di buon governo. (...)
Il mondo libero ha deriso per anni la società comunista che toglieva agli uomini la libertà e li costringeva alla fame per produrre armi. Ma ora anche il nostro modo dissennato di produrre e di distribuire sta venendo alla resa dei conti, e se nessuno è così stolto da riproporre le soluzioni feroci e dispotiche del comunismo, è chiaro che (...) il pensiero politico ed economico deve confrontarsi su questi temi, invece di discutere sui miracoli del libero mercato e sulle migrazioni spaziali, proprio ora che le nostre sonde nell'universo dimostrano che per i secoli a venire la migrazione sarà fuori dalla nostra portata.
Non ci spaventa solo l'estrema difficoltà della sopravvivenza, ma il ritardo nel pensarla, la voglia di ignorarla."
Giorgio Bocca
Da "Il venerdì" del 20 giugno 2008:
"Inchieste: le regole inglesi e le (non) regole italiane.
Quando ero giornalista in Inghilterra (...) dovevamo osservare regole severissime. Dal momento in cui un magistrato apriva un procedimento su un cittadino era tassativamente vietato pubblicare sull'argomento notizie o indiscrezioni, salvo quelle diramate, ufficialmente, dal magistrato stesso. (...) (ndr: più o meno la stessa cosa avviene in Svizzera).
Silenzio di tomba fino al momento in cui il magistrato inviava il cittadino a giudizio. E anche allora era vietato pubblicare alcunché sull'intera vicenda, tranne il resoconto nudo e crudo delle pubbliche udienze. Pena il carcere (per il giornalista).
Differenza abissale, come si vede, da quel che succede in Italia (...) (dove) si distrugge prima del processo, crudelmente, la reputazione di un individuo: che certe volte lo merita, altre no.
E allora verrebbe istintivo rispondere: bisognerebbe applicare anche in Italia regole tassative, come in Inghilterra. Non dire nulla, fino al processo, su un cittadino che sia sotto inchiesta.
Ma allora nasce un altro problema. Le inchieste giudiziarie in Italia sono lunghissime (...) se dunque si applicassero regole simili a quelle inglesi, tanti episodi di malcostume, per esempio i traffici di bustarelle intascate da uomini politici, continuerebbero indisturbati per mesi e anni. (...)
Conclusione: in Italia è inevitabile commettere un'ingiustizia. Con la libertà di pubblicazione oggi vigente (...) si fa un processo a mezzo stampa. Con l'adozione delle regole inglesi, le persone colpevoli di malcostume la farebbero franca fino all'apertura di un regolare processo.
Chiedo scusa se, dopo queste osservazioni, vi sembro anglofilo.
Piero Ottone
(ndr: E' possibile adottare le regole inglesi senza una vera riforma dei processi e senza garantire ai magistrati una assoluta indipendenza dai politici, come del resto recita la Costituzione)?)
domenica 8 giugno 2008
- ma l'energia nucleare risolverà i nostri problemi?
Da qualche anno si sta facendo un gran battage pubblicitario sulle possibilità che aprirebbero alla nazione investimenti sull'energia nucleare: meno costi per l'energia, meno dipendenza dai combustibili fossili (gas e petrolio in primo luogo e anche carbone) e quindi da paesi non affidabili (anche la Russia dell'"amico" Putin? Amico di Berlusconi, intendo) minor produzione di anidride carbonica, e poi, via!, dobbiamo seguire le strade del progresso!
Ma è tutto vero?
Premetto che non ho remore riguardo la ricerca scientifica e le sperimentazioni sull'energia nucleare. Vorrei anzi che il nostro paese investisse molto ma molto di più nel campo della ricerca scientifica, non solo nucleare, ma anche (di grande interesse la ricerca sulla fusione).
Detto questo mi pare di essere banale se ricordo alcune verità assodate, ma bisogna pur farlo, visto il marketing assatanato di alcune lobbies del nucleare.
Vediamo i costi: Una centrale nucleare necessita di un lungo periodo di tempo per essere costruita (in media 10 anni). In questo periodo vanno aggiunti i costi oppurtunità, ossia le perdite "potenziali" pari al tasso di interesse perso se i fondi fossero stati depositati in banca o occupati in altre attività economiche.
Le centrali nucleari producono rifiuti radioattivi (scorie) la cui gestione è ancora un capitolo aperto per l'intero occidente. Soltanto gli Usa, dopo oltre 25 anni di studi, hanno realizzato una soluzione definitiva ma solo per le scorie di II grado (quelle meno pericolose) realizzando un deposito in profondità (geologico) in cui stoccare le scorie radioattive. Resta ancora incerto il destino delle scorie di III grado (ad alta radioattività) per ora stoccate temporaneamente all'interno delle centrali nucleari.
Al termine del ciclo di vita della centrale nucleare va considerato anche il costo del suo smantellamento, la bonifica del territorio e lo stoccaggio delle scorie radioattive. Esempio: per costruire la centrale nucleare americana di Maine Yankee negli anni '60 sono stati investiti 231 milioni di dollari al valore attuale. Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di dollari correnti. (da http://www.ecoage.it/energia-nucleare-costi.htm).
Poi c’è la domanda: abbiamo abbastanza uranio per i prossimi decenni? I fautori dell'energia nucleare spesso glissano elegantemente sulla questione della disponibilità di uranio; il quale è una risorsa minerale, limitata così come lo è il petrolio. Quanto uranio abbiamo, realmente? E' possibile che siamo vicini al "picco dell'uranio", allo stesso modo in cui ci stiamo avvicinando al picco del petrolio?
Il problema è complesso e difficile, ma qualche elemento di valutazione lo possiamo ottenere dai dati. Un primo elemento lo possiamo ottenere dall'andamento dei prezzi (da www.uxc.com vediamo che il prezzo dell'uranio si è quasi decuplicato a partire dal 2001. Oggi costa quasi 50 dollari la libbra, mentre costava 5 dollari la libbra nel 2001).
Si dice che il prezzo dell'uranio non è un parametro molto importante per l'industria nucleare; è il costo degli impianti che conta. Questo è stato vero per un lungo periodo della storia dell'industria nucleare, ma è perfettamente possibile che il prezzo dell'uranio aumenti a un livello tale da diventare un fattore importante o addirittura predominante. Alla fine dei conti, se la produzione di uranio non è sufficiente per soddisfare la domanda, non importa quanto costa: qualcuno rimarrà senza. E questo sembrerebbe essere quello che sta succedendo, come vediamo dal grafico seguente.
La linea rossa rappresenta l'uranio utilizzato dai reattori attualmente in esercizio mentre le "montagne" colorate rappresentano la produzione. Il primo picco di produzione dell'uranio corrisponde alla corsa agli armamenti nucleari degli anni '60, il secondo è correlato allo sviluppo delle centrali nucleari, che ha avuto il suo massimo negli anni 70-80. Come si vede, a partire dagli anni 80, le centrali nucleari consumano più uranio di quanto l'industria minerale non produca.
La differenza fra produzione e consumo di uranio è stata coperta dal 1980 a oggi smantellando vecchie testate nucleari. Di per sé, questa di trasformare "spade in aratri" è un'idea encomiabile, ma la quantità di materiale fissile che se ne può ricavare è limitata. Basta guardare il diagramma per vedere che stiamo utilizzando per i reattori l'uranio estratto negli anni '50 e '60 che era stato immagazzinato nelle bombe. Questo uranio non potrà durare ancora a lungo, anche ammesso che i paesi che hanno armi nucleari vogliano liberarsene totalmente.
Perché non si riesce a produrre uranio dalle miniere in quantità tali da soddisfare la domanda? E' possibile che siamo vicini alla "fine dell'uranio"? Dal punto di vista puramente fisico, sembrerebbe di no, l'uranio, a differenza del petrolio, è un minerale relativamente abbondante nella crosta terrestre; il problema è che è raro trovarlo sufficientemente concentrato da poter essere considerato "estraibile". L'andamento dei prezzi e della produzione suggerisce che i giacimenti di uranio concentrato siano stati in gran parte sfruttati e che ora sia necessario estrarre da giacimenti piu' diluiti. Questo richiede forti investimenti, il che spiega l'andamento dei prezzi, sui quali i maggiori costi di estrazione si riflettono.
(note tratte da un articolo del professor Ugo Bardi, Presidente di AspoItalia, Association for the Study of Peak Oil Italia, associazione italiana per lo studio del picco del petrolio).
E potrei continuare (per esempio parlando di quali tecnologie straniere dovremo usufruire, con i relativi costi per noi e guadagni per loro) ma rischio di diventare troppo lungo.
Voglio solo far notare, alla fine, che una centrale moderna, per esempio quella (una delle poche, tra l'altro) che si sta costruendo in Finlandia, di terza generazione, avrà una potenza di circa 1600 Megawatt. In Europa, solo quattro paesi stanno attualmente costruendo delle centrali nucleari. Oltre alla Finlandia e alla Francia, anche la Romania e la Slovacchia stanno realizzando progetti nucleari, ma le centrali nucleari di questi paesi raggiungeranno una capacità di produzione notevolmente più limitata.
Bene, con una politica ben calibrata di risparmio energetico, si potrebbe ottenere (molto) di più a costi bassissimi o nulli?
In Italia, nel 2005, con interventi solo di tipo tecnologico (quindi escludendo un diverso comportamento dei consumatori, vedi per esempio il non uso dello "stand by" per molti elettrodomestici o l'uso di lampade a gas piuttosto che ad incandescenza o una cultura del risparmio sulle assurde illuminazioni di certe città ecc. ecc.) i risparmi energetici certificati equivalgono al consumo domestico annuo di una città di circa 380.000 abitanti, o alla produzione elettrica annua di una centrale di 160 MW di potenza (un decimo della centrale finlandese). Le emissioni evitate grazie a questi risparmi ammontano ad oltre 750.000 tonnellate di anidride carbonica (dati ENEL!).
Il 15 febbraio scorso è arrivata a compimento l'iniziativa (ultrabenemerita!) della trasmissione "Caterpillar" di Radio Due: "Roma, 15 febbraio 2008 - Nel pomeriggio di oggi, alle ore 18.00 in concomitanza con l'avvio dell'iniziativa "M'illumino di meno" del programma Radio Rai Caterpillar, TERNA, la società responsabile della trasmissione e del dispacciamento dell'energia elettrica a livello nazionale, ha rilevato una riduzione istantanea del fabbisogno di energia elettrica dell'ordine di 400 Megawatt equivalente al consumo di circa 7 milioni di lampadine."
Non è impossibile, vero, pensare che una centrale nucleare, o anche due o tre, potrebbero essere superflue se si risparmia energia (senza perdere in qualità dei servizi) e ancor di più se si investe sulle energie rinnovabili? Ma questo è un altro discorso.
Vincenzo Masotti
Ma è tutto vero?
Premetto che non ho remore riguardo la ricerca scientifica e le sperimentazioni sull'energia nucleare. Vorrei anzi che il nostro paese investisse molto ma molto di più nel campo della ricerca scientifica, non solo nucleare, ma anche (di grande interesse la ricerca sulla fusione).
Detto questo mi pare di essere banale se ricordo alcune verità assodate, ma bisogna pur farlo, visto il marketing assatanato di alcune lobbies del nucleare.
Vediamo i costi: Una centrale nucleare necessita di un lungo periodo di tempo per essere costruita (in media 10 anni). In questo periodo vanno aggiunti i costi oppurtunità, ossia le perdite "potenziali" pari al tasso di interesse perso se i fondi fossero stati depositati in banca o occupati in altre attività economiche.
Le centrali nucleari producono rifiuti radioattivi (scorie) la cui gestione è ancora un capitolo aperto per l'intero occidente. Soltanto gli Usa, dopo oltre 25 anni di studi, hanno realizzato una soluzione definitiva ma solo per le scorie di II grado (quelle meno pericolose) realizzando un deposito in profondità (geologico) in cui stoccare le scorie radioattive. Resta ancora incerto il destino delle scorie di III grado (ad alta radioattività) per ora stoccate temporaneamente all'interno delle centrali nucleari.
Al termine del ciclo di vita della centrale nucleare va considerato anche il costo del suo smantellamento, la bonifica del territorio e lo stoccaggio delle scorie radioattive. Esempio: per costruire la centrale nucleare americana di Maine Yankee negli anni '60 sono stati investiti 231 milioni di dollari al valore attuale. Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di dollari correnti. (da http://www.ecoage.it/energia-nucleare-costi.htm).
Poi c’è la domanda: abbiamo abbastanza uranio per i prossimi decenni? I fautori dell'energia nucleare spesso glissano elegantemente sulla questione della disponibilità di uranio; il quale è una risorsa minerale, limitata così come lo è il petrolio. Quanto uranio abbiamo, realmente? E' possibile che siamo vicini al "picco dell'uranio", allo stesso modo in cui ci stiamo avvicinando al picco del petrolio?
Il problema è complesso e difficile, ma qualche elemento di valutazione lo possiamo ottenere dai dati. Un primo elemento lo possiamo ottenere dall'andamento dei prezzi (da www.uxc.com vediamo che il prezzo dell'uranio si è quasi decuplicato a partire dal 2001. Oggi costa quasi 50 dollari la libbra, mentre costava 5 dollari la libbra nel 2001).
Si dice che il prezzo dell'uranio non è un parametro molto importante per l'industria nucleare; è il costo degli impianti che conta. Questo è stato vero per un lungo periodo della storia dell'industria nucleare, ma è perfettamente possibile che il prezzo dell'uranio aumenti a un livello tale da diventare un fattore importante o addirittura predominante. Alla fine dei conti, se la produzione di uranio non è sufficiente per soddisfare la domanda, non importa quanto costa: qualcuno rimarrà senza. E questo sembrerebbe essere quello che sta succedendo, come vediamo dal grafico seguente.

La differenza fra produzione e consumo di uranio è stata coperta dal 1980 a oggi smantellando vecchie testate nucleari. Di per sé, questa di trasformare "spade in aratri" è un'idea encomiabile, ma la quantità di materiale fissile che se ne può ricavare è limitata. Basta guardare il diagramma per vedere che stiamo utilizzando per i reattori l'uranio estratto negli anni '50 e '60 che era stato immagazzinato nelle bombe. Questo uranio non potrà durare ancora a lungo, anche ammesso che i paesi che hanno armi nucleari vogliano liberarsene totalmente.
Perché non si riesce a produrre uranio dalle miniere in quantità tali da soddisfare la domanda? E' possibile che siamo vicini alla "fine dell'uranio"? Dal punto di vista puramente fisico, sembrerebbe di no, l'uranio, a differenza del petrolio, è un minerale relativamente abbondante nella crosta terrestre; il problema è che è raro trovarlo sufficientemente concentrato da poter essere considerato "estraibile". L'andamento dei prezzi e della produzione suggerisce che i giacimenti di uranio concentrato siano stati in gran parte sfruttati e che ora sia necessario estrarre da giacimenti piu' diluiti. Questo richiede forti investimenti, il che spiega l'andamento dei prezzi, sui quali i maggiori costi di estrazione si riflettono.
(note tratte da un articolo del professor Ugo Bardi, Presidente di AspoItalia, Association for the Study of Peak Oil Italia, associazione italiana per lo studio del picco del petrolio).
E potrei continuare (per esempio parlando di quali tecnologie straniere dovremo usufruire, con i relativi costi per noi e guadagni per loro) ma rischio di diventare troppo lungo.
Voglio solo far notare, alla fine, che una centrale moderna, per esempio quella (una delle poche, tra l'altro) che si sta costruendo in Finlandia, di terza generazione, avrà una potenza di circa 1600 Megawatt. In Europa, solo quattro paesi stanno attualmente costruendo delle centrali nucleari. Oltre alla Finlandia e alla Francia, anche la Romania e la Slovacchia stanno realizzando progetti nucleari, ma le centrali nucleari di questi paesi raggiungeranno una capacità di produzione notevolmente più limitata.
Bene, con una politica ben calibrata di risparmio energetico, si potrebbe ottenere (molto) di più a costi bassissimi o nulli?
In Italia, nel 2005, con interventi solo di tipo tecnologico (quindi escludendo un diverso comportamento dei consumatori, vedi per esempio il non uso dello "stand by" per molti elettrodomestici o l'uso di lampade a gas piuttosto che ad incandescenza o una cultura del risparmio sulle assurde illuminazioni di certe città ecc. ecc.) i risparmi energetici certificati equivalgono al consumo domestico annuo di una città di circa 380.000 abitanti, o alla produzione elettrica annua di una centrale di 160 MW di potenza (un decimo della centrale finlandese). Le emissioni evitate grazie a questi risparmi ammontano ad oltre 750.000 tonnellate di anidride carbonica (dati ENEL!).
Il 15 febbraio scorso è arrivata a compimento l'iniziativa (ultrabenemerita!) della trasmissione "Caterpillar" di Radio Due: "Roma, 15 febbraio 2008 - Nel pomeriggio di oggi, alle ore 18.00 in concomitanza con l'avvio dell'iniziativa "M'illumino di meno" del programma Radio Rai Caterpillar, TERNA, la società responsabile della trasmissione e del dispacciamento dell'energia elettrica a livello nazionale, ha rilevato una riduzione istantanea del fabbisogno di energia elettrica dell'ordine di 400 Megawatt equivalente al consumo di circa 7 milioni di lampadine."
Non è impossibile, vero, pensare che una centrale nucleare, o anche due o tre, potrebbero essere superflue se si risparmia energia (senza perdere in qualità dei servizi) e ancor di più se si investe sulle energie rinnovabili? Ma questo è un altro discorso.
Vincenzo Masotti
giovedì 5 giugno 2008
- il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno?
"Mezzo pieno o mezzo vuoto
questo è il solo e unico bicchiere che abbiamo.
Se si stava meglio quando si stava peggio
non lo so, però io vivo adesso"
E' quasi mezzanotte. Sento la nuova canzone di Max Pezzali per la prima volta mentre torno a casa da due riunioni del PD in provincia. Una mezza vuota, nel pomeriggio, dove nasce una discussione che si fonda su suscettibilità e personalismi. Succede, specialmente se chi è un po' un novizio per queste cose, come me, magari non sa dosare le critiche e si esprime in termini duri più del voluto... Ma l'altra, perbacco, è mezza piena. Siamo a Grantola, dove si incontrano per mettere assieme le forze i rappresentanti di vari circoli della Valcuvia, di Gemonio, di Cocquio, di Marchirolo e dintorni.
"Mezzo pieno o mezzo vuoto
mi hanno detto di giocare quindi io gioco
faccio del mio meglio, almeno ci proverò"
Siamo in sedici. Parliamo da amici. Parliamo quasi tutti, qualche volta sovrapponendoci, ma rispettandoci. Senza regole. Chi ha cose da dire le dice. Nella sala c'è un'aria davvero da partito nuovo. Anche se qualche presente è militante da vecchia data, qualcuno ha poca esperienza, qualcun altro nessuna.
Serenamente si illustrano sogni e progetti, utopie, speranze e attività concrete. Ma in sostanza ci si vuole inserire nel territorio come cosa viva e l'impressione è che ci riusciremo.
Per intanto gazebo, raccolta di firme, formazione, raccolta di dati e di informazioni, manifestazione di solidarietà per gli operai della cartiera di Besozzo. E poi la sede: dovremo pur darcene almeno una, fissa, solida, aperta, efficiente. Ma intanto ci riuniamo lo stesso in tanti posti diversi.
Mi capita raramente, ma questa sera sono un po' felice e vedo un futuro più roseo, più... pieno.
Cose che forse non possono capire coloro che si nascondono nei pregiudizi della politica "sporca", quelli che non si informano, che non capiscono perché non sanno capire. Mancano loro gli strumenti, manca la solidarietà e l'amicizia, manca la partecipazione. E soprattutto si inventano i nemici e le colpe:
"Colpa dell'Euro, colpa del dollaro
colpa del surriscaldamento e del carbonio
colpa di Al Quaeda, colpa dell'arbitro
colpa del prezzo di un barile di petrolio
colpa del varco nel centro storico
colpa di tutti i condizionatori a luglio
colpa del feto, colpa dell'atomo
colpa di tutta la droga disciolta nel Po.
Mezzo pieno o mezzo vuoto
questo è il solo ed unico bicchiere che abbiamo
se si stava meglio quando si stava peggio
non lo so però io vivo adesso
mezzo pieno o mezzo vuoto
mi hanno detto di giocare quindi io gioco
faccio del mio meglio, almeno ci proverò
se ho ragione o no... io non mi sposto."
Grazie Max Pezzali. Hai fatto una bella sintesi, senza saperlo, di questa mia giornata, alla fine proficua. Vincenzo Masotti
Chi vuole può ascoltare la nuova canzone nel sito http://www.maxpezzali.it/
questo è il solo e unico bicchiere che abbiamo.
Se si stava meglio quando si stava peggio
non lo so, però io vivo adesso"
E' quasi mezzanotte. Sento la nuova canzone di Max Pezzali per la prima volta mentre torno a casa da due riunioni del PD in provincia. Una mezza vuota, nel pomeriggio, dove nasce una discussione che si fonda su suscettibilità e personalismi. Succede, specialmente se chi è un po' un novizio per queste cose, come me, magari non sa dosare le critiche e si esprime in termini duri più del voluto... Ma l'altra, perbacco, è mezza piena. Siamo a Grantola, dove si incontrano per mettere assieme le forze i rappresentanti di vari circoli della Valcuvia, di Gemonio, di Cocquio, di Marchirolo e dintorni.
"Mezzo pieno o mezzo vuoto
mi hanno detto di giocare quindi io gioco
faccio del mio meglio, almeno ci proverò"

Serenamente si illustrano sogni e progetti, utopie, speranze e attività concrete. Ma in sostanza ci si vuole inserire nel territorio come cosa viva e l'impressione è che ci riusciremo.
Per intanto gazebo, raccolta di firme, formazione, raccolta di dati e di informazioni, manifestazione di solidarietà per gli operai della cartiera di Besozzo. E poi la sede: dovremo pur darcene almeno una, fissa, solida, aperta, efficiente. Ma intanto ci riuniamo lo stesso in tanti posti diversi.
Mi capita raramente, ma questa sera sono un po' felice e vedo un futuro più roseo, più... pieno.
Cose che forse non possono capire coloro che si nascondono nei pregiudizi della politica "sporca", quelli che non si informano, che non capiscono perché non sanno capire. Mancano loro gli strumenti, manca la solidarietà e l'amicizia, manca la partecipazione. E soprattutto si inventano i nemici e le colpe:
"Colpa dell'Euro, colpa del dollaro
colpa del surriscaldamento e del carbonio
colpa di Al Quaeda, colpa dell'arbitro
colpa del prezzo di un barile di petrolio
colpa del varco nel centro storico
colpa di tutti i condizionatori a luglio
colpa del feto, colpa dell'atomo
colpa di tutta la droga disciolta nel Po.
Mezzo pieno o mezzo vuoto
questo è il solo ed unico bicchiere che abbiamo
se si stava meglio quando si stava peggio
non lo so però io vivo adesso
mezzo pieno o mezzo vuoto
mi hanno detto di giocare quindi io gioco
faccio del mio meglio, almeno ci proverò
se ho ragione o no... io non mi sposto."
Grazie Max Pezzali. Hai fatto una bella sintesi, senza saperlo, di questa mia giornata, alla fine proficua. Vincenzo Masotti
Chi vuole può ascoltare la nuova canzone nel sito http://www.maxpezzali.it/
mercoledì 4 giugno 2008
- prossimi appuntamenti
La settimanale riunione di Circolo del martedì, per quel che riguarda il 10 giugno, non si terrà. La prossima riunione dunque si farà il 17 giugno (e non il 18 come scritto erroneamente fino al 6 giugno...).
In compenso...
siamo tutti invitati all'incontro tra i membri di vari circoli della zona a Grantola, Sala Civica a partire dalle 21 (a pochi minuti dalla sala cinematografica di Grantola, dove è possibile parcheggiare). In particolare si parlerà dell'apporto che ogni circolo può dare, in termini di volontariato, alla festa democratica di Germignaga.
Segnaliamo anche un incontro sul "federalismo fiscale" tra il deputato Linda Lanzillotta e il consigliere regionale Giuseppe Adamoli che avrà luogo venerdì 6 giugno, ore 21, alla Festa della Schiranna, a Varese. Inoltre - sempre al venerdì. sempre alle 21, sempre alla Schiranna, è previsto un incontro con il deputato Alessia Mosca, responsabile nazionale lavoro nel partito, sul tema "la grande occasione di Expo 2015" il 13 giugno, e un incontro con il senatore Pietro Ichino, giuslavorista molto noto ed editorialista del Corriere della Sera, sul tema "le riforme necessarie nel mondo del lavoro", il 20 giugno.
sabato 31 maggio 2008
- assemblea dei portavoce del varesotto

Molti gli interventi e gli argomenti trattati. Segnalo solo alcuni titoli tra le indicazioni del segretario provinciale Stefano Tosi, che ha posto l'accento sulla necessità di perfezionare la fase organizzativa per diventare operativi al cento per cento il prossimo autunno.
- La provincia di Varese, con 135.000 voti, è la ventesima in quantità di voti tra le provincie che hanno votato PD alle elezioni (la prima è Roma con 979.000 voti).
- alla fine dell'estate verrà indetto un congresso tematico per avviare una grande riflessione sui temi che sono stati al centro della campagna elettorale.
- viene definita un'agenda di lavoro che comprende prioritariamente: il finanziamento del partito, il federalismo e le politiche fiscali, la sicurezza e i diritti, le infrastruture e la qualità ambientale.
- il partito democratico vuole essere un partito "a rete", per cui occorre sviluppare relazioni, dove la leadership è distribuita e il lavoro continuo, dove è necessario sviluppare processi trasparenti, leggeri, anche se non semplici, dove è indispensabile una formazione continua, dove è fondamentale l'iniziativa dei vari responsabili e la costruzione di squadra. Tutte cose sulle quali dovremo sviluppare un'intensa riflessione nelle prossime settimane.
venerdì 30 maggio 2008
- ma i telefonini sono pericolosi? dipende

L’energia elettromagnetica assorbita viene trasformata in energia termica (calore), perché il campo elettromagnetico mette in oscillazione le cariche e i dipoli delle molecole delle cellule, e queste oscillazioni vengono degradate in moti molecolari disordinati, cioè, appunto, in calore.
Di questo tutti ci rendiamo conto facilmente, perché quando usiamo il cellulare per lungo tempo sentiamo un aumento di temperatura nella zona dell’orecchio.
E questo è un fatto. Ce n’è un’altro: Una ricerca del biologo Fiorenzo Marinelli e dei suoi collaboratori dell’Istituto di ricerca di Bologna, pubblicato sulla rivista "New Scientist", dimostra che le onde elettromagnetiche dei telefonini incrementano le cellule tumorali. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato che dopo 48 ore di esposizione alle emissioni (frequenza 900 megahertz, che è quella dei nostri cellulari; potenza 1 milliwatt) le cellule leucemiche hanno accelerato lo sviluppo.
Prima di preoccuparci oltre il dovuto, teniamo presente che ci sono dichiarazioni di altri scienziati che affermano che, invece, le onde elettromagnetiche a certi livelli sarebbero inoffensive per l’essere umano. Prima di dimenticare le preoccupazioni, ricordiamoci anche che esistono ricerche epidemiologiche che dimostrano un aumento della malattie tumorali, come certe forme di leucemia, a causa dell’inquinamento elettromagnetico. Prima di preoccuparci ulteriormente, verifichiamo che comunque per ora si sa che l’incremento di queste malattie è molto molto piccolo. Insomma aumentano le possibilità di ammalarci di tumore, ma di molto poco. Infine tenete presente che le categorie a maggior rischio sono i bambini nella fase della crescita...
In sostanza mi sembra che sul tema inquinamento da parte dei telefonini il pendolo preoccupazione-non preoccupazione o - se si vuole - allarmismo-non allarmismo oscilli in modo che potrebbe essere difficile assumere decisioni.
Chiaramente il telefono cellulare è ormai così diffuso e così utile che non ne possiamo fare a meno. Però tenere alcuni atteggiamenti prudenti può essere altrettanto utile e non così impegnativo. Vediamo. Per prima cosa comperare telefonini con una soglia di SAR molto bassa. SAR, Specific Absorption Rate, vuol dire tasso specifico di assorbimento.
I produttori sono obbligati a stare sotto una soglia di SAR di 2 W/Kg, che è probabilmente è troppo alta (perché quasi tutti potrebbero stare sotto la misura di 1 W/kg). Ed esistono dei telefonini con un SAR sotto gli 0,35-0,40W/kg. Chiedete dunque ai venditori telefonini con SAR basso! La differenza, vi assicuro, si sente. Telefonini del genere scaldano meno l’orecchio, ed interferiscono meno con le casse del computer, della tv o della radio (il classico rumore fastidioso quando si riceve una chiamata, è molto minore ed il raggio d’azione è più piccolo).
Secondo: non comprare telefonini a bambini sotto i 14 anni di età.
Gli organismi in accrescimento (come i bambini, appunto ) sono più ricettivi alle influenze delle onde elettromagnetiche e il loro metabolismo più veloce determina un’influenza più decisa delle radiazioni emanate dai telefonini.
terzo: telefonando tenete il cellulare ad una certa distanza e alternate le orecchie in caso di telefonate lunghe. Oppure usate i cosiddetti vivavoce.
vincenzo masotti
martedì 27 maggio 2008
- VELTRONI E I PORTAVOCE LOMBARDI

Primo Forum dei portavoce dei circoli lombardi. Tanta gente, circa mille persone. Tanta carne al fuoco (troppa). Interessanti relazioni di Mattia Mauri sull’organizzazione del PD e di Aldo Bonomi sulle peculiarità del territorio lombardo. Interventi dei portavoce un po’ troppo teleguidati (gli oratori sono stati indicati dai segretari delle varie provincie) e molto dispersi quanto a contenuti. Il forum è stato bello per la partecipazione (molti giovani e molte donne) e come momento di ritrovo. Molto meno efficace sul piano della proposta e delle concrete indicazioni politiche.
Efficace invece Walter Veltroni nel discorso conclusivo, vi dico quelli che mi sono sembrati gli spunti principali.
- Checché se ne dica, il risultato elettorale è buono. Storicamente un partito riformista non ha mai avuto tanti voti quanti quelli del PD in queste elezioni. Contando solo le città italiane con più di 100.000 abitanti il PD avrebbe vinto sulla destra (con crescite rispetto all’Ulivo del 2006 che vanno da 5 al 9 per cento). (Ne deduco, da osservatore, che c’è molto da fare in provincia avendo, credo, come massimo contendente... la televisione, che nelle città incide di meno sulla pubblica opinione).
- le idee forti, in queste elezioni, sono state quelle di “andare da soli”, o meglio, di “andare liberi” e la battaglia sulla semplificazione della politica. Non ci sarà un'altra alleanza come l'Unione. Il Partito Democratico, in futuro, farà alleanze solo sui programmi, che reggano anche dopo il voto.
- In tutti gli appuntamenti elettorali del futuro, si faranno le primarie. A partire dalle prossime provinciali. [Non ho capito se le primarie riguarderanno i candidati presidenti o anche (come spero) i candidati consiglieri].
- Il segretario ha descritto il PD come un partito federale "dentro un'idea federale dello Stato", e anche un partito "che dialoga ma non rinuncia a un'opposizione intransigente”.
- Se è vero che il successo della Lega non dipende soltanto dal radicamento nel territorio (altrimenti come si spiega il 7 per cento guadagnato in Emilia-Romagna?) occorre comunque che il partito democratico sappia inserirsi nel paese in modo intelligente e originale (un esempio: ogni circolo dovrebbe creare un “sportello” informativo per tutti i cittadini).

- Veltroni è tornato sul discorso della combattività, l'unica cosa che si sente di invidiare alla destra: "Alemanno ha perso contro di me alle elezioni per il Comune di Roma 63 a 37 ed ora ha vinto. Dobbiamo imparare a combattere". Senza guardarsi indietro: "Siamo un partito nuovo. Basta con le riunioni degli ex e basta col guardare al gruppo sanguigno di ognuno. Non “da dove vieni?”, ma “dove vai?". (Nota mia personale: giusto puntare sul "dove vai?", ma anche il “da dove vieni?” ha una sua importanza da non trascurare...)
- Per concludere il segretario del PD ha lanciato alcuni segnali forti sui temi di attualità e sulle prime politiche avviate dal governo, ribadendo il no al Ponte sullo Stretto: "Il ponte di Messina è sbagliato. Vorrei che voi andaste nei bar, nei ristoranti e nei mercati a chiedere ai dirigenti della Lega perchè il ponte era sbagliato prima del 14 aprile, mentre ora è diventato una priorità". Pure sbagliati sono gli estremismi legati alle politiche sulla sicurezza: "Le ronde non si devono fare. Penso che noi non dobbiamo concedere nulla su questo" in quanto la sicurezza deve essere garantita dallo stato e non dall'improvvisazione.
vincenzo masotti
giovedì 22 maggio 2008
- Il mago Wiz
Il mago Wiz (titolo originale Wizard of Id) è una serie di strisce ideata da Johnny Hart, l'autore di B.C., e realizzata graficamente da Brant Parker. Ne traggo un paio di battute, per rilassarci (e pensarci su... è roba di quarant'anni fa).
La sentinella:
- sono le dieci e tutto va bene
- sono le undici e tutto va bene
- sono le dodici e tutto va bene
Il mago Wiz:
- Quella che avete ascoltato è pubblicità politica a pagamento.
Il villano: "Maestà, rappresento la commissione contadina per l'abolizione della povertà.
Vogliamo sapere perché non avete dichiarato guerra alla miseria."
Il Re: "Ma io l'ho fatto."
Il villano: "E allora perché siamo ancora poveri?"
Il Re: "Perché "VOI" avete perso!"
sabato 17 maggio 2008
- bevete da lattine d’alluminio? Provate a leggere qui...

Anche con i sistemi più avanzati, per ottenere un chilo di alluminio occorrono pur sempre 12/13 chilowattora.
Se pensate che in casa un ferro da stiro, o un forno, o una lavatrice, o un altro grosso utilizzatore elettrico, possono consumare uno/due chilowattora al massimo, vedete che siamo in un ordine di grandezza almeno dieci volte più grande.
Allora vediamo: in Italia si utilizzano circa 2 miliardi e 100 milioni di lattine (erano 1,86 miliardi nel 2001 con un crescita annua del 2 per cento, ho fatto un conto approssimato per il 2008). Vuol dire quasi 30.000 tonnellate di alluminio (le lattine pesano in media 14 grammi). Se si usasse solo alluminio tratto dalla bauxite (alluminio primario, rappresentato dal simbolo all'inizio dell'articolo), le lattine ci costerebbero 375 milioni di chilowattora.
Ma siccome in Italia ricicliamo circa il 50 per cento dell’alluminio (sarà vero?) e l’alluminio riciclato consuma tra il 90 e il 95 per cento in meno di energia, il costo energetico reale si aggira sui 190 milioni di chilowattora all’anno.
Per fare un paragone, 190 milioni di chilowattora corrispondono alla produzione annuale della centrale di Ponte sul fiume Toce (VCO), che sfrutta l’energia idrica di quattro dighe, di un lago e del serbatoio (Morasco) di un’altra centrale.
Il consumo di un’intera centrale di grandezza medio-piccola!
Ecco perché guardo con assoluta trepidazione alla quantità di lattine buttate nella spazzatura comune in tanti locali pubblici!.
Ma non è tutto. Secondo dati del WWF, la produzione dell’alluminio è altamente inquinante: Per produrre l’alluminio necessario a costruire una lattina vengono inquinati:
- 38 metri cubi di aria (una stanza)
- 18 litri d’acqua (53 volte il contenuto di una lattina)
- 30 centimetri cubi di suolo.
più altre cosette... Dunque la cosa migliore per chi è patito delle bibite (gasate o no) è quella di acquistarle in contenitori di vetro.
Perché - udite udite! - l'energia primaria necessaria al riciclaggio di una lattina da 33 cl (che abbiamo visto essere inferiore del 90-95 per cento se non si usa alluminio estratto dalla bauxite) è comunque superiore a quella necessaria al lavaggio/sterilizzazione di una bottiglia a rendere da 0,7 litri.
E se proprio non possiamo fare a meno delle lattine, preoccupiamoci almeno di depositarle nei contenitori per il riciclaggio.
Se non ci sono, pretendiamoli.
Vincenzo Masotti
lunedì 12 maggio 2008
- comincia a (non) mantenere le promesse

Aveva detto: il primo consiglio dei ministri lo farò a Napoli.
E infatti lo farà a Roma, per “motivi tecnici”. Il secondo, forse, si farà a Napoli...
Aveva detto: abolirò il bollo dell’auto.
E infatti in una delle sue prime dichiarazioni il superministro dell’economia Tremonti dichiara che l’abolizione del bollo costerebbe attorno ai cinque miliardi di euro, ma che per ora non sa dove trovarli.
Aveva detto: la cordata italiana per l’Alitalia è pressoché pronta.
E infatti un suo incaricato, tale Bruno Ermolli consulente varesino di Fininvest e Mediaset, ha chiesto ad Alitalia (via lettera, per essere più veloce, forse) di fornire dati e informazioni aggiornate sulla compagnia. Altrimenti come si fa a fare la cordata?
Aveva detto: farò un governo di soli dodici ministri.
E infatti sono 19 (diciannove), con o senza portafoglio. A proposito: che il governo a partire dal 2008 dovesse essere formato da dodici ministri, non lo aveva deciso Berlusconi, ma una legge di quel cattivone di Prodi...
vincenzo masotti
domenica 11 maggio 2008
- gli immigrati e la paura.
Articolo tradotto dal settimanele INTERNAZIONALE tratto dall'International Herald Tribune, periodico francese in lingua inglese.
CHI USA LA PAURA DEGLI IMMIGRATI. (...) Nella fretta di prendersela con gli stranieri per i suoi mali sociali (reali o immaginari), l'Europa dimentica il suo tasso di natalità anemico, l'invecchiamento della popolazione e i tanti lavori che nessuno vuole fare.
Senza i lavoratori stranieri l'industria turistica da cui dipendono molti paesi europei non avrebbe abbastanza personale e il settore delle costruzioni sarebbe in crisi.
Ma nessuna di queste considerazioni ha impedito ai politici europei di alimentare la paura della criminalità legata agli immigrati, della loro diversità e del peso economico che comportano per il welfare. Prendersela con gli immigrati rende bene, e non lo fanno solo partiti xenofobi come la Lega nord in Italia o la nuova stella della politica olandese Geert Wilders. E' un espediente usato cinicamente anche da chi dovrebbe conoscere la verità, come il presidente francese Nicolas Sarkozy e il Partito Laburista britannico. Se non avesse attaccato gli immigrati, forse oggi Sarkozy non sarebbe presidente. La Lega nord non avrebbe trionfato alle elezioni italiane e non sarebbe il puntello del governo di Silvio Berlusconi. Roma non avrebbe il sindaco più di destra dalla caduta del fascismo.
Non vogliamo certo difendere l'immigrazione clandestina, né sottovalutare le preoccupazioni degli europei di fronte ai cambiamenti legati alla globalizzazione. Ma la soluzione non è fingere che il lavoro degli immigrati non sia necessario, o chiedere che nei paesi poveri uomini in grado di lavorare restino a casa a veder soffrire le loro famiglie quando potrebbero impedirlo passando un confine.
I leader europei devono affrontare l'immigrazione in modo responsabile. E dovrebbero fare delle leggi che consentano a chi cerca un lavoro di uscire dall'ombra per entrare in un sistema pronto ad accettarli come cittadini responsabili.
PS: dall'articolo abbiamo tolto la parte dove si parla dei problemi simili vissuti dagli americani.
martedì 6 maggio 2008
- I RIFIUTI: ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare

Gli imballaggi, che paghiamo con la nostra spesa, costituiscono il 60 per cento in volume e il 40 per cento in peso dei nostri rifiuti urbani. Sono sempre davvero necessari? Il principio delle 4R, secondo l'Unione Europea, potrebbe - se applicato - ridurre significativamente i costi ambientali: riduzione, riutilizzo, riciclaggio e, solo alla fine, recupero di energia.
Per non acquistare rifiuti è meglio:
- scegliere i prodotti con la margherita europea (Ecolabel, vedi sopra) che è un marchio concesso alle merci che nel loro ciclo di vita hanno un impatto ambientale minore
- utilizzare borse di tela invece delle buste di plastica
- acquistare verdure e frutta sfuse, affettati, carni e formaggi sfusi piuttosto che quelli confezionati in vaschette di plastica
- bere acqua dal rubinetto e comunque usare le bottiglie di vetro a rendere piuttosto che quelle in plastica da buttare
- acquistare ricariche e prodotti concentrati: gli imballaggi sono più piccoli, più leggeri e progettati per ottimizzare il trasporto delle merci, risparmiando energia e diminuendo l'impatto ambientale
- scegliere i prodotti confezionati in imballaggi riciclati o facilmente riciclabili e in particolare gli imballaggi fatti con un solo materiale (cartone, plastica riclabile ecc.)
- evitare i prodotti con imballaggi voluminosi e inutili, come molti prodotti per l'elettronica e l'informatica, pensati solo per attirare l'attenzione dei compratori
- evitare prodotti usa e getta, a meno che non siano in plastica biodegradabile
- ecc. ecc. usando il buon senso.
da qualche tempo stanno prendendo piede in Italia i Gruppi di Acquisto Solidale.
I Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un'economia che metta al centro le persone e le relazioni.
Qui si trovano informazioni sui G.A.S.: la loro storia, i principi, come fondarne uno, le notizie, i documenti utili da scaricare, ecc. www.retegas.org
giovedì 17 aprile 2008
- torniamo al teatrino della politica?
Dalla Mailing List di Andrea Mollica:
Incubi che ritornano. Se iniziano così per noi c'è, davvero, speranza per il futuro; magari liberandoci di qualche pezzo di classe dirigente del passato (si veda sotto). Un piccolo blob di dichiarazioni del Silvio IV, tratte da Repubblica.it con mio titolo e commento in corsivo, per chi vuole leggere. Non abbattiamoci, per favore.
Tremonti: "Eurobond per finanziare lo sviluppo"
"Credo sia l'ora di pensare ad un debito pubblico europeo per finanziare lo sviluppo dell'Europa". L'esponente del Pdl Giulio Tremonti, possibile ministro di punta del prossimo governo, rilancia la sua vecchia proposta di "eurobond per lo sviluppo", in passato - ricorda - accolta da altri governi europei come "contro l'ortodossia finanziaria".
Come rilanciare esportazioni in calo e ridurre la spesa pubblica? Esportare il debito. Un genio.
Piazza Navona
Rutelli: "Serve mia vittoria per bilanciare Bossi"
''Dopo i risultati molto difficili delle elezioni politiche credo che il buon governo di Roma sia determinante per l'equilibrio generale del paese. E di fronte ad un governo nazionale nel quale peserà moltissimo la Lega di Bossi, è chiaro che a Roma ci vuole un'alleanza di centrosinistra che abbia ben chiaro il ruolo della capitale e gli interessi nazionali''. Lo ha detto Francesco Rutelli ai microfoni di Ecotv.
Risultato dell'analisi della sconfitta? Meridionalizzare il PD. Come urlava Nanni Moretti a Piazza Navona: con questi dirigenti non vinceremo mai. Giuro che se lo fanno, tramite le mie parentele (mio papà è della Provincia di Roma), apro un circolo a Roma. Della Lega Nord.
Cordata italiana
Alitalia, Berlusconi: "Ne parlerò con Sarkozy"
"Riguardo all'ipotesi Air France, se si dovesse ritornare al primitivo progetto di un'Alitalia con pari dignità rispetto alle altre due compagnie e con una direzione italiana sarò lieto di discuterne e una volta che avrò l'incarico ne parlerò anche con il presidente francese Sarkozy". Lo dice il leader del Pdl Silvio Berlusconi lasciando Palazzo Grazioli.
Silvio parlerà con il suo erede diretto, Nicolas Brunisconi, della cordata italiana. Da organizzare per portare Carla e Nick sulle cime delle Dolomiti. Malpensa, tiè!
In piazza contro la Finanziaria 2009
Borghezio: "La Lega resterà di lotta, non solo di governo"
La Lega resterà anche di lotta e non solo di governo, perchè "è assolutamente necessario che sia così. Se avendo i nostri uomini a Roma a trattare e a far avanzare il nostro progetto commettessimo l'errore di abbassare la guardia al Nord, saremmo fottuti. La Lega di lotta è ancora più importante in questo momento e in questo scenario che si apre con la vittoria elettorale: dobbiamo rimanere rivoluzionari". Lo afferma l'eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio.
La Lega già organizza pullman per la manifestazione contro la Finanziaria poco rivolta al Nord e che dà poche risorse alla lotta contro i clandestini. Mancano inoltre finanziamenti per infrastrutture. Interviene il ministro Maroni. Si annunciano voti in libera uscita.
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