ascolta il Gatto - se no clicca su PAUSA

lunedì 17 marzo 2008

- il PD risponde alle sollecitazioni degli artigiani e delle piccole imprese

Il Partito Democratico riconosce il ruolo chiave delle micro e piccole imprese (mpi) per la crescita economica e per lo sviluppo dell’occupazione. Sono la spina dorsale dell’economia del Paese: 30,8 per cento del valore aggiunto, contro il 20 della media Ue. Nel 2006, +517 mila addetti nelle mpi contro -131 mila nelle medie e grandi imprese. Un punto di forza da valorizzare. La mpi è quella nella quale si fa più visibile l’identificazione tra lavoro e impresa e tra lavoratore e imprenditore. Walter Veltroni è stato criticato per aver detto che l’imprenditore è un lavoratore, ma non solo gli imprenditori, anche i lavoratori la pensano così. Sentono l’impresa come parte della loro vita. Da troppo tempo l’Italia cresce troppo poco. Rimettere in moto la crescita è la priorità assoluta. Ma l’Italia non riprenderà a crescere se non farà propria, in modo diffuso, e non saprà trasmettere ai giovani, la cultura d’impresa, la valorizzazione del rischio, del talento, del merito, la libera iniziativa, lo spirito di concorrenza e di innovazione, la passione tipicamente artigiana per la qualità, per il lavoro a regola d’arte. (pensiamo a quanto sarebbe utile diffondere questo spirito, ad esempio, nella Pubblica Amministrazione...). ALCUNE PROPOSTE CHE CONDIVIDIAMO: Istituire un’Agenzia per le Micro e Piccole Imprese, che coordini le politiche settoriali sostenendo il punto di vista della mpi, che valuti l’impatto delle norme sulle mpi, che elabori un rapporto annuale analogo a quello redatto annualmente dal Presidente degli Stati Uniti. Ridurre il peso della burocrazia. E’ il primo punto del nostro programma: spendere meglio, spendere meno. Abbiamo scritto che vogliamo ridurre la spesa pubblica di 2,5 punti di pil in tre anni. Grazie alle Agenzie per le imprese, potremo realizzare l’obiettivo di semplificare drasticamente anche il procedimento di avvio di una nuova impresa, rendendo realistico il programma di “un’impresa in un giorno”. Rendere certa e rapida la giustizia. Dopo lunghi anni nei quali il paese si è diviso sul tema del rapporto tra magistratura e politica è ora di affrontare la questione vera, quei 2,3 miliardi di euro che costano alle imprese i ritardi della giustizia. Noi abbiamo avanzato proposte puntuali per riorganizzare la macchina della giustizia, accorpando tribunali, istituendo figure manageriali di coordinamento delle strutture, ecc. Ridurre la pressione fiscale e semplificare gli adempimenti. Nel nostro programma ci impegniamo a ridurre la pressione fiscale sui contribuenti leali allargando la platea dei contribuenti attraverso una lotta all’evasione fiscale fondata sulla collaborazione e non solo sulla repressione. Liberalizzare per favorire la concorrenza: E’ necessario, ma serve a poco, liberalizzare taxi, barbieri e farmacie, se non si superano le rendite di posizione di banche, assicurazioni, servizi pubblici, energia, utilities, professioni. Ad esempio, noi intendiamo contrastare l’offensiva delle utilities nel mercato dei servizi post-contatore, un’offensiva che in molti casi si configura come un vero e proprio abuso di posizione dominante, una violazione del principio della concorrenza. Condividiamo la proposta di federalismo contrattuale. Per far crescere la produttività dobbiamo spostare una parte significativa della contrattazione verso le aziende e i territori. Produttività oggi significa soprattutto qualità e quindi formazione, formazione, formazione! Pari dignità tra sapere teorico e sapere pratico, formazione professionale di qualità, apprendistato per i giovani.

Nessun commento: