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lunedì 21 maggio 2012

DIVERTIRSI UN PO': Dalla scienza alla fantascienza, ma attenti ai limiti di velocità...


Fino a qualche anno fa una mia trasmissione cominciava così: “Un caro saluto a coloro che navigano (nella Rete) e anche a quelli che non navigano, ma sono curiosi”.
Stavolta vorrei avvicinarmi un po' (solo un po', dato che non sono un fisico) ai confini della scienza... Comincio con un cenno alle particelle infinitesimali che gli scienziati amerebbero tanto... conoscere. Il bosone di Higgs, per esempio, che la matematica ci dice esistere, ma che per ora non sappiamo identificare. Anche dopo la costruzione del grande collisore di adroni di Ginevra, al CERN, 27 chilometri di tunnel, non abbiamo fatto grandi passi. (Gli adroni sono particelle formate da quark). Poi c’è il gravitone. La logica ci dice che dovrebbe essere il risultato degli scontri stellari micidiali che avvengono a miliardi di anni luce di distanza. Ma le nostre antenne non sono in grado di captarlo. Non si trova! E c’è il tachione che, questo sì, appartiene alla fantasia degli autori di fantascienza, ma che bello se esistesse! Ci permetterebbe di andare a pranzo agli estremi limiti dell’universo per poi tornare a casa per la cena. Con qualche rischio di finire fuori tempo, ovviamente. Perché il tachione non tiene conto del limite della velocità della luce...
Dove voglio arrivare? Ad accennare ad un possibile futuro dei nostri computer.
Molti conoscono la legge di Moore. Gordon Moore è uno dei fondatori della Intel, che nel 1965 dichiarò che ogni anno il numero dei componenti di un microprocessore sarebbe raddoppiato, aumentando quindi di parecchio la sua potenza di calcolo. Poi la dichiarazione divenne per acclamazione praticamente una legge, solo che il periodo del raddoppio passò da dodici mesi a diciotto, e poi a ventiquattro. Ogni diciotto-ventiquattro mesi la potenza dei computer raddoppia. Lo abbiamo verificato nel corso di questi quarant'anni, al punto che i supercomputer di quarant'anni fa - se funzionassero ancora - non farebbero un “baffo” ai nostri computerini portatili, quanto a potenza e versatilità. Ma questa crescita potrà continuare in eterno? Naturalmente no! Come ormai sappiamo che non è possibile una crescita indefinita dell’economia... e su questo dovremmo darci una bella regolata... sappiamo anche che la legge di Moore verrà uccisa dalle leggi della fisica. Gli elettroni che portano le informazioni scorrono su basi di silicio con foto-incisi dei minuscoli fili di rame. Tra una decina d'anni – o anche meno -. la miniaturizzazione dei chip supererà la soglia oltre la quale la fisica degli elettroni non funziona più. A me la cosa non dispiace poi tantissimo... come un famoso comico preferisco che le mozzarelle vadano a 80 km all’ora piuttosto che a 260... (ogni riferimento alle TAV non è puramente casuale). Voglio dire: sarebbe ora che l’umanità non dipendesse più come adesso dal mito della velocità. Ma c’è già chi pensa alle alternative. E a quanto pare l’unica alternativa possibile per in nostri computer è il calcolatore quantico... Il funzionamento di questa macchina si basa sulle proprietà di un tipo totalmente diverso di bit (l’unità di informazione dei calcolatori attuali). Si tratta del “qubit” o “quantum bit”, che ha la proprietà di poter assumere nello stesso momento più valori, cioè “uno e zero” invece che “uno o zero” come capita adesso. Non chiedetemi come questo avvenga... il premio Nobel per la fisica Richard Feynman diceva: penso che si possa tranquillamente affermare che nessuno capisce la meccanica quantistica... Fatto sta che un computer quantico sarebbe in grado di eseguire in frazioni di secondo calcoli che per un computer tradizionale richiederebbero anni di lavoro. Con un computer quantico non ci sarebbero forme di crittografia impossibili da decrittare, come avviene adesso. ecc. ecc.
Ma c'è un “ma”: un computer quantico è sensibilissimo alle interferenze esterne e per ora non c'è verso di costruirne uno, se non per un tempo infinitesimale. C'è chi dice che ci vorranno almeno trent'anni per costruirne uno e c'è chi dice che non ci arriveremo mai.
La vita, come la conosciamo, ha le proprie radici nella chimica degli elementi e nessuno di noi è in grado di concepirla in un’altra forma, che non sia quella basata su tali principi chimici, ma alcuni scienziati pensano che in altre zone dell'Universo la vita possa essersi evoluta proprio in base ai principi della meccanica quantistica e c'è chi immagina che esistano forme di vita “aliene” coscienti della propria natura quantica e in grado di manipolare le particelle subatomiche così come le nostre cellule manipolano i composti chimici. Con quali conseguenze? Beh, finora mi sono divertito a raccontare (un po' semplicisticamente) un universo futuribile possibile che ci potrebbe fare un salto decisivo dalla scienza alla fantascienza. Spero che anche chi legge si sia divertito e che non mi mandi un UFO per portarmi via... :-))

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