Fino a qualche anno fa una mia trasmissione cominciava così: “Un caro saluto a coloro che navigano (nella Rete) e anche a quelli che non navigano, ma sono curiosi”.
Stavolta vorrei
avvicinarmi un po' (solo un po', dato che non sono un fisico) ai
confini della scienza... Comincio con un cenno alle particelle
infinitesimali che gli scienziati amerebbero tanto... conoscere. Il
bosone di Higgs, per esempio, che la matematica ci dice esistere, ma
che per ora non sappiamo identificare. Anche dopo la costruzione del
grande collisore di adroni di Ginevra, al CERN, 27 chilometri di
tunnel, non abbiamo fatto grandi passi. (Gli adroni sono particelle
formate da quark). Poi c’è il gravitone. La logica ci dice che
dovrebbe essere il risultato degli scontri stellari micidiali che
avvengono a miliardi di anni luce di distanza. Ma le nostre antenne
non sono in grado di captarlo. Non si trova! E c’è il tachione
che, questo sì, appartiene alla fantasia degli autori di
fantascienza, ma che bello se esistesse! Ci permetterebbe di andare a
pranzo agli estremi limiti dell’universo per poi tornare a casa per
la cena. Con qualche rischio di finire fuori tempo, ovviamente.
Perché il tachione non tiene conto del limite della velocità della
luce...
Dove voglio arrivare? Ad
accennare ad un possibile futuro dei nostri computer.
Molti conoscono la legge
di Moore. Gordon Moore è uno dei fondatori della Intel, che nel 1965
dichiarò che ogni anno il numero dei componenti di un
microprocessore sarebbe raddoppiato, aumentando quindi di parecchio
la sua potenza di calcolo. Poi la dichiarazione divenne per
acclamazione praticamente una legge, solo che il periodo del
raddoppio passò da dodici mesi a diciotto, e poi a ventiquattro.
Ogni diciotto-ventiquattro mesi la potenza dei computer raddoppia. Lo
abbiamo verificato nel corso di questi quarant'anni, al punto che i
supercomputer di quarant'anni fa - se funzionassero ancora - non
farebbero un “baffo” ai nostri computerini portatili, quanto a
potenza e versatilità. Ma questa crescita potrà continuare in
eterno? Naturalmente no! Come ormai sappiamo
che non è possibile una crescita indefinita
dell’economia... e su questo dovremmo darci una bella regolata...
sappiamo anche che la legge di Moore verrà uccisa dalle leggi della
fisica. Gli elettroni che portano le informazioni scorrono su basi di
silicio con foto-incisi dei minuscoli fili di rame. Tra una decina
d'anni – o anche meno -. la miniaturizzazione dei chip supererà la
soglia oltre la quale la fisica degli elettroni non funziona più. A
me la cosa non dispiace poi tantissimo... come un famoso comico
preferisco che le mozzarelle vadano a 80 km all’ora piuttosto che a
260... (ogni riferimento alle TAV non è puramente casuale). Voglio
dire: sarebbe ora che l’umanità non dipendesse più come adesso
dal mito della velocità. Ma c’è già chi pensa alle alternative.
E a quanto pare l’unica alternativa possibile per in nostri
computer è il calcolatore quantico... Il funzionamento di questa
macchina si basa sulle proprietà di un tipo totalmente diverso di
bit (l’unità di informazione dei calcolatori attuali). Si tratta
del “qubit” o “quantum bit”, che ha la proprietà di poter
assumere nello stesso momento più valori, cioè “uno e zero”
invece che “uno o zero” come capita adesso. Non chiedetemi come
questo avvenga... il premio Nobel per la fisica Richard Feynman
diceva: penso che si possa tranquillamente affermare che nessuno
capisce la meccanica quantistica... Fatto sta che un computer
quantico sarebbe in grado di eseguire in frazioni di secondo calcoli
che per un computer tradizionale richiederebbero anni di lavoro. Con
un computer quantico non ci sarebbero forme di crittografia
impossibili da decrittare, come avviene adesso. ecc. ecc.
Ma c'è un “ma”: un computer quantico è sensibilissimo alle interferenze esterne e per ora non c'è verso di costruirne uno, se non per un tempo infinitesimale. C'è chi dice che ci vorranno almeno trent'anni per costruirne uno e c'è chi dice che non ci arriveremo mai.
La vita, come la conosciamo, ha le proprie radici nella chimica degli elementi e nessuno di noi è in grado di concepirla in un’altra forma, che non sia quella basata su tali principi chimici, ma alcuni scienziati pensano che in altre zone dell'Universo la vita possa essersi evoluta proprio in base ai principi della meccanica quantistica e c'è chi immagina che esistano forme di vita “aliene” coscienti della propria natura quantica e in grado di manipolare le particelle subatomiche così come le nostre cellule manipolano i composti chimici. Con quali conseguenze? Beh, finora mi sono divertito a raccontare (un po' semplicisticamente) un universo futuribile possibile che ci potrebbe fare un salto decisivo dalla scienza alla fantascienza. Spero che anche chi legge si sia divertito e che non mi mandi un UFO per portarmi via... :-))
Ma c'è un “ma”: un computer quantico è sensibilissimo alle interferenze esterne e per ora non c'è verso di costruirne uno, se non per un tempo infinitesimale. C'è chi dice che ci vorranno almeno trent'anni per costruirne uno e c'è chi dice che non ci arriveremo mai.
La vita, come la conosciamo, ha le proprie radici nella chimica degli elementi e nessuno di noi è in grado di concepirla in un’altra forma, che non sia quella basata su tali principi chimici, ma alcuni scienziati pensano che in altre zone dell'Universo la vita possa essersi evoluta proprio in base ai principi della meccanica quantistica e c'è chi immagina che esistano forme di vita “aliene” coscienti della propria natura quantica e in grado di manipolare le particelle subatomiche così come le nostre cellule manipolano i composti chimici. Con quali conseguenze? Beh, finora mi sono divertito a raccontare (un po' semplicisticamente) un universo futuribile possibile che ci potrebbe fare un salto decisivo dalla scienza alla fantascienza. Spero che anche chi legge si sia divertito e che non mi mandi un UFO per portarmi via... :-))