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sabato 9 gennaio 2010

ARRIVA IL 2010. Giovani, andate a zappare la terra! Ma...

Come augurio per il prossimo anno vorrei riportare alcuni concetti venuti fuori nella trasmissione "Parla con me" del 27 novembre scorso. Ospite di Serena Dandini e Dario Vergassola, Carlo Petrini fondatore di Slow Food, ma soprattutto fondatore e animatore di "Terra madre" (vedi http://www.terramadre.info/ vedi anche il bellissimo documentario di Ermanno Olmi: "Terra Madre" http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=58066 ).
Nel mondo produciamo cibo per dodici miliardi di viventi, siamo 6,2 miliardi e un miliardo muore. Vuol dire che più della metà del cibo che produciamo viene buttata nella spazzatura. In Italia si buttano 4.000 tonnellate di cibo all'anno, negli Stati Uniti 22.000 tonnellate e così via.
Allora si usa smodatamente la chimica, si usano smodatamente i terreni, si consuma smodatamente la natura per produrre di più, ma senza risultati, perché distruggere suolo, biodiversità, acqua, ecc. vuol dire autodistruggerci.
Cosa fanno i nostri dirigenti mondiali? Secondo il direttore della FAO basterebbero 44 miliardi di dollari all’anno per eliminare la fame del mondo. Lo scorso anno in due mesi la comunità mondiale ha trovato 2.000 (duemila) miliardi di dollari per le banche (per far riprendere l’economia, si dice). Pare esserci un certo squilibrio, vero?
Secondo Carlo Petrini la speranza contro le tre crisi, finanziaria, ambientale ed energetica è legata ad un nuovo paradigma che non sceglie più il consumo fine a sé stesso. Il consumo per il consumo. Il consumo non risolverà le crisi. Ci vuole molta più attenzione all'economia locale e occorre stabilire una nuova dimensione tra produttori e consumatori.
153 paesi, in Terra Madre, sono in rete. Potrebbero cambiare realmente l’economia della terra? L’idea forte è appunto quella di difendere l’agricoltura locale e la distribuzione ravvicinata tra produttore e consumatore. Il vero bisogno è una democrazia PARTECIPATIVA.
Ormai noi cittadini contiamo poco o niente. Andiamo a votare e han già deciso cosa andiamo a votare. I nostri problemi economici dicono che li risolve l’economia globale ad alti livelli. Noi non incidiamo su queste scelte, dobbiamo tornare ad essere protagonisti, nei nostri villaggi, nel rapporto città-campagna, nelle scelte fatte come consumatori, nel "nostro piccolo". La democrazia partecipativa avrebbe una forza enorme.
Conteranno le scelte delle nuove generazioni, ma ci vogliono gratificazioni per i giovani! Si vuole spendere sempre di meno quando già la retribuzione dei contadini è troppo bassa. Come potrebbero diversamente i giovani interessarsi all’agricoltura? La popolazione attiva in campagna ovviamente diminuisce (era il 50 per cento settanta anni fa, ora raggiunge a malapena il tre per cento e la metà ha più di 60 anni). Ma dato che noi non mangiamo computer, ci vuole un riconoscimento del lavoro che produce la materia per vivere. Ci vuole una gratificazione per chi fa il cibo. Oggi la modernità è pagare bene il contadino. O preferiamo spendere di più per le medicine o per le cure dimagranti piuttosto che per il cibo (buono)? La cosa sta già avvenendo.
Ecco, io non so quanto queste ricette di Petrini siano veramente efficaci e risolutive, pero' mi sembrano piene di buon senso... E siccome le grandi equazioni economiche non ci hanno certo reso migliore la vita, perché non provarci con meccanismi alla nostra portata?
GIOVANI! ZAPPARE LA TERRA RAPPRESENTA UN BUON FUTURO PER VOI!, lo ha detto come battuta di spirito Dario Vergassola, battua forse non originale, ma intanto leggetevi l'ultimo libro di Carlo Petrini:
"Terra Madre, come non farsi mangiare dal cibo" Editore Giunti-Slow Food.
Un viaggio che parte dall'esperienza di Terra Madre e delle sue comunità per ragionare attorno ai temi su cui è impegnata l'Associazione Slow Food prospettando una futura centralità della rete di Terra Madre rispetto alle politiche agro-alimentari fallimentari. In allegato al libro c'è un DVD dal titolo "Gente di Terra Madre", un filmato di 25 minuti con le piu' belle immagini di Terra Madre 2008. Costa 12 euro. 10 per i soci Slow Food.
Vincenzo Masotti.

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