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domenica 31 agosto 2008

- l’inganno del taglio delle tasse. Paga Pantalone!

Non è neanche il caso di ricordare che il centro-destra aveva promesso, e non mantenuto, di tagliare le tasse tra il 2001 e il 2006. Non è neanche il caso di notare che il centro-destra alle elezioni del 2008 ha promesso, e non mantenuto, di tagliare le tasse. Ma come, dirà qualcuno, e il taglio dell’ICI per la prima casa? Vediamo: intanto l’ICI era stata tagliata già da Prodi per il 40 per cento, ma la questione è un’altra. La questione è che sono state tolte risorse ai Comuni. E allora questi che fanno? Ma perbacco, si indebitano, è ovvio. Negli ultimi dieci anni gli Enti Locali hanno emesso obbligazioni nella misura dell’870 per cento in più (ottocentosettanta per cento...) rispetto al 1998. Debiti per giunta avvelenati da una valanga di derivati: 35 miliardi in valore (fonte “La Repubblica” del 28 maggio 2008, pagina 13). I derivati sono una sorta di assicurazione su un’operazione finanziaria. Nati per ridurre o eliminare il rischio associato ad alcune variabili - per esempio i tassi di interesse, i cambi tra le valute, i prezzi delle materie prime - hanno finito per diventare prodotti finanziari altamente speculativi e molto complessi. In sostanza - dicono gli esperti - si tratta di “scommesse” pure e semplici, giocate da persone che quasi mai conoscono i meccanismi del gioco. Un po’ come il Lotto, che tanti italiani si ostinano a giocare, ignari del fatto che le probabilità di vincita sono le più basse di qualsiasi altra lotteria. Gli effetti dei derivati possono essere disastrosi (vedi scandalo Parmalat) e in genere si vedono solo dopo diversi anni. Così (si vada a vedere la trascrizione della trasmissione “Report” del 14 ottobre 2007 all'indirizzo www.report.rai.it) capiterà che per molte nuove amministrazioni dei prossimi anni arriverà la sorpresa di debiti accumulati dagli amministratori precedenti. Una follia. Il debito pubblico degli Enti Locali, dieci anni fa, corrispondeva allo 0.7 per cento del debito pubblico nazionale. Oggi corrisponde al 7 per cento. Sostanzialmente, molti dirigenti politici, purtroppo non sempre solo quelli di centro-destra, giocano a spostare i debiti da una parte all’altra e alla fine paga Pantalone, cioé noi contribuenti. Un esempio clamoroso, ma poco pubblicizzato da questo punto di vista, sarà la vendita dell’Alitalia, sempre che avvenga. La compagnia aerea nazionale - carica di debiti - verrà divisa in due compagnie. La parte “buona” verrà venduta ai privati (che ci faranno su profitti). La parte “cattiva” (Bad Company) quella con i debiti, non si sa che fine farà, ma si sa che i debiti verranno pagati dallo Stato, cioé da noi. Berlusconi è stato bravo a servirsi dell’Alitalia nella campagna elettorale? Eh sì, è molto bravo a prenderci in giro... La sua popolarità sarebbe la stessa se la gente fosse più informata e colta? Scuola, se ci sei, batti un colpo! Ma forse no, il ministro si chiama Mariastella Gelmini, è bresciana ed è andata a fare l'esame da avvocato a Reggio Calabria e si guarda bene dallo spiegare il perché. Vincenzo Masotti

venerdì 15 agosto 2008

- coraggio: c'è di peggio

- La truffa dell'immondizia rimossa

(da Micromega) di Pancho Pardi Il governo è la televisione. Ciò che si vede c’è, ciò che non si vede non c’è. La ripulitura del centro viene continuamente rappresentata e nella messa in scena scompaiono i suoi caratteri approssimativi. E pur vedendone l’aspetto precario, gli elettori di centrosinistra non possono non riconoscerla e allo stesso tempo devono ammettere la disastrosa insufficienza della classe dirigente di centrosinistra che ha lasciato marcire la situazione oltre ogni limite immaginabile per poi consegnare al mago la possibilità di usare la sua bacchetta magica. Se ha senso ora collaborare col governo perché non l’hanno fatto prima quando il governo era nostro? Perché hanno rinviato a dopo ciò che dovevano fare subito? Ora viene messa in scena la pulizia napoletana ma la regione resta invasa e inquinata. Discariche aperte d’autorità e militarizzate accolgono la spazzatura urbana e non si sa quanto ciò possa durare. Altre discariche vengono aperte nei luoghi meno densi di popolazione, meno problematici dal punto di vista del consenso elettorale, ma proprio perciò pregiati come riserve di spazio e di silenzio. La città invia la sua spazzatura lontano da sé e inquina luoghi che da sé non avrebbero mai saputo e voluto inquinarsi. L’Irpinia orientale deve subire gli effetti peggiori di una metropoli che non ha mai saputo trovare la misura per autoregolarsi. Gruppi spontanei testimoniano la realtà incombente della terra dei fuochi. L’area metropolitana è segnata da un reticolo di discariche occasionali, non estinguibili e di continuo rinnovate, dove i fuochi bruciano notte e giorno. I ritratti da satellite forniti da Google lo dimostrano. Vi si brucia di tutto, anche in immediata prossimità di insediamenti e colture. Sotto gli occhi dei tutori dell’ordine, nella piena consapevolezza delle popolazioni circostanti. Il Tg3 vi ha gettato un rapido sguardo. Gliene rendiamo merito, ma si può scommettere che la coltre dell’indifferenza organizzata cercherà di far dimenticare. A maggior ragione va sostenuta l’azione di chi, prima di tutto, esercita il diritto costituzionale all’informazione. Prima ancora di giudicare: raccontare e far vedere. Il compito del cronista indipendente dai poteri resta garanzia fondativa della democrazia. Non ha alle spalle il logo “Centesima visita nella terra dei fuochi” ma fa del suo meglio per mostrare la verità. PS: chi è interessato vada a vedere www.laterradeifuochi.it Si trovano una serie di video, pubblicati su YouTube che dimostrano che l'emergenza rifiuti in Campania non è finita.

venerdì 8 agosto 2008

- la paura del terzo millennio

Forse i nostri discendenti potranno dire con divertimento che la prima decade del XXI secolo era dominata dalla paura. La cosa curiosa è che si tratta di una paura indotta. Non è che la microcriminalità sia cresciuta (la grande criminalità, quella di omicidi, rapine, ecc. è diminuita) ma i mass media ci tempestano di notizie angosciose. E così, eccoci alle norme maroniane che permettono ai sindaci di emanare ordinanze spesso discutibili. Il colmo lo si è raggiunto con la multa comminata ad un lettore di libri, disteso sul prato di un giardino pubblico di una cittadina veneta. Sarà perché era straniero? Per non parlare del coprifuoco nei parchi di Novara o del divieto di stazionare in più di due persone oltre una certa ora. "La fantasia al potere" ha scritto Lidia Ravera, ironizzando su uno slogan del 68 "C'è di che preoccupare anche i più ottimisti. Che cosa si inventeranno i sindaci per compiacere l'arguto ministro? Deportazione di tutti gli stranieri inadeguati allo shopping? Arresto per detenzione di birra non regolarmente consumata con sovrapprezzo ai tavolini del pub? Fermo per adunata sediziosa agli incauti fidanzati che escono con una coppia di amici?" Si teme ogni cosa, ma soprattutto si teme di perdere quel tanto o poco che si ha. Ammesso che quello che si possiede sia qualcosa per cui valga la pena di aver paura. Fateci caso (vedi il blog www.mentecritica.net). Si teme che i propri figli siano bersaglio di cattive compagnie, ma non si fa nulla per educarli a capire. Li si abbandona ai loro passatempi, costosi e preferiti, finché sono abbastanza grandi da doverli raccomandare a qualcuno perché lavorino. Se siamo benestanti, si riesce a fare in fretta, se no si lavora a i fianchi il benestante di turno amico o feudatario cui devolvere la nostra imperitura gratitudine. Questa è la patria dei “dané” e solo quelli contano. Chi ha i “dané” ha paura più degli altri, ma è anche il peggior cattivo che ci sia. Ma RAGIONIAMO SERENAMENTE: la sensazione di insicurezza non nasce dalla crescita (che è molto limitata) dei crimini commessi da rom, extracomunitari di pelle nera, ex-comunisti albanesi o romeni. La paura nasce per l'incertezza della pena, per esempio a causa della legge che manda impuniti gli autori di gravi reati contro la persona per salvare il premier e i suoi amici. Oppure per l'indulto che rimette in libertà gente che non se l'è ancora meritata (Mastella e il centro sinistra saranno capaci di fare "mea-culpa"?) La paura cresce perché non c'è più un codice di valori condivisi (per esempio l'onestà, il rispetto per gli altri, la tolleranza, ecc.) nel quale formare i giovani e perché c'è una classe dirigente troppe volte beccata a intrallazzare, rubacchiare e commerciare all'ombra del proprio potere. Cerchiamo di non farci influenzare troppo. (per la cronaca, il libro che ha provocato la multa di cui sopra era "Cronache corsare" di Pasolini)